Tecnologia: materiali e arredi intelligenti
Nuovi materiali tecnologici intelligenti cambieranno l’idea di design d’arredo.
L’architettura e l’interior design stanno sempre più spesso ereditando materiali e tecnologie da altri inaspettati campi come l’aeronautica, la medicina e di in generale le scienze nanotecnologiche. Questo trend va pian piano a sostituire i materiali classici con altri, più intelligenti.
Materiali autoriparatori, formati da fibre di carbonio, con capacità di rigenerarsi ed eliminare autonomamente i graffi e i danni provocati dall’uso quotidiano.
Ne è un esempio il Fenix, utilizzato soprattutto per i top delle cucine, è caratterizzato dalla riparabilità termica dei micrograffi, ovvero è in grado di eliminare i piccoli danni infinite volte solamente passando sulla superficie un panno assorbente ed un ferro da stiro caldo.
L’ormai comunissimo linoleum delle pavimentazioni composto da olio di lino, resine naturali, farina di legno, farina di sughero, pigmenti colorati calandrati su tessuto di juta naturale, è un materiale capace di rigenerarsi nel tempo grazie al continuo processo di ossidazione.
Esiste poi una carta da parati antireffrazione, si chiama Carbonet ed ha speciali sensori che permettono al materiale di segnalare crepe e spaccature in muri e superfici su cui viene applicata. Un campanello d’allarme per tenere sotto controllo la sicurezza della struttura dell’abitazione.
Altra innovazione sono le piastrelle idroregolatrici, Ecocarat, che permettono di regolare appunto l’umidità degli ambienti grazie alla presenza al loro interno di un’argilla naturale con micropori che catturano l’acqua presente nell’aria ed al contempo eliminano gli odori.
Le tecnologie, come quelle utilizzati nel campo aerospaziale, le ritroviamo non solo nei materiali ma anche negli arredi.
E’ l’esempio della startup tedesca di Hannover, neoFarms, che ha avuto l’idea di riproporre una mini serra direttamente in cucina. Tutti ciò avviene grazie ad un apparecchio, dalla forma del tutto simile ad un comune frigorifero ma che al suo interno ospita un sistema di aeroponica, un metodo di coltivazione, utilizzato appunto dalla Nasa, che permette la coltivazione di piante senza l’ausilio di terreno ed acqua ma sfruttando l’umidità naturalmente presente nell’aria.
Quanto cibo può produrre? Secondo i calcoli degli sviluppatori, una struttura media (circa 1,5m) riesce a produrre in un anno circa 30-40 kg di insalata, il fabbisogno di una famiglia. Quello che si può definire cibo a kilometro zero, nel vero senso della parola.Il lancio sul mercato è previsto per il 2018. L’esigenza di integrare materiali innovativi e nanotecnologie alla progettazione degli ambienti è nata dal nuovo modo di vivere contemporaneo, frenetico che vede necessarie praticità d’uso e pulizia. Questi materiali possono quindi fornire un incredibile aiuto nel nostro quotidiano e per la durabilità degli arredi.
In un futuro, ormai non lontano, questi materiali cambieranno il nostro modo di vivere e pensare la nostra casa.